domenica 15 maggio 2016

La concezione della donna tentatrice ne 'Il Nome della Rosa' e nell'epoca medievale

Adso da Melk, novizio benedettino co-protagonista di questo libro, viene sedotto da una ragazza di origine contadina, la quale si concede al religioso.Questo rapporto carnale turba molto Adso, il quale si domanda se la scelta che ha intapreso sia quella giusta.''Della Donna dice l'Ecclesiaste che la sua conversazione è come fuoco ardente, e i Proverbi dicono che essa s'impadronisce dell'anima preziosa dell'uomo e i più forti sono stati rovinati da essa. E dice ancora l'Ecclesiaste: scoprii che più amara della morte è la donna'' risponde Guglielmo, quando il suo allievo gli confessa il suo peccato. Ciò nonostante, egli condanna la sua azione, ma non la tentazione che lo condusse a giacere con quella contadina. 
Secondo la mentalità medievale, la donna è tentatrice che, con le sue funi da seduttrice, provoca lo smarrimento spirituale negli uomini. In questo contesto storico, la figura femminile era spesso ricondotta alla strega, ed un esempio di questo giudizio è la condanna che riceve la ragazza di cui si innamorò Adso, la quale fu destinata al rogo a causa dei suoi ipotetici poteri magici. In contrapposizione a questa considerazione della donna nell'età di mezzo, il protagonista sostiene che Dio non '' abbia voluto introdurre nella creazione un essere così immondo senza dotarlo di qualche virtù'', ovvero non è possibile dare un'accezione così negativa ad un'opera del Signore.

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